Stracci di libri...

Quelle pagine dei libri che vorresti portare sempre con te...

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    Per me, io sono colui che mi si crede

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    waaaaaaaaaa bellissimaaaaaaaaaaa io adoro esopo, anke perché era una cazzata tradurlo ahahahahaha
     
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  2. Fluoxetina
     
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    :blink: :lol: :woot:

    continuo allora! :D :P


    LA ZANZARA E IL LEONE
    Favole Esopo

    C'era una piccola zanzara assai furba e spavalda. Stanca di giocare con le solite amiche, decise un giorno, di lanciare una sfida al Re della foresta. Si presentò così davanti al sovrano che era il leone e lo salutò con un rispettoso inchino. Il grande Re che era intento a schiacciare uno dei suoi pisolini più belli lungo la riva di un fiume, lanciò una distratta occhiata all'insetto. "Oh! Buongiorno".

    Rispose Sua Maestà spalancando la bocca in un possente sbadiglio.
    La zanzara disse: "Sire, sono giunta davanti a Voi per lanciarvi una sfida!" Il leone, un po' più interessato, si risvegliò completamente e si mise ad ascoltare.

    'Voi " continuò l'insetto "credete di essere il più forte degli animali eppure io dico che se facessimo un duello riuscirei a sconfiggervi!" Il Sovrano divertito disse: "Ebbene se sei tanto sicura,proviamo!" In men che non si dica il piazzale si riempì di animali d'ogni genere desiderosi di assistere alla sfida. Il " Singolar Tenzone" ebbe inizio. L'insetto andò immediatamente a posarsi sul largo naso dell'avversario cominciando a pungerlo a più non posso. Il povero leone preso alla sprovvista tentò con le sue enormi zampe di scacciare la zanzara ma, invece di eliminarla, egli non fece altro che graffiarsi il naso con i suoi stessi artigli. Estenuato, il Re della foresta, si gettò a terra sconfitto. Così, la piccola zanzara fu acclamata da tutti i presenti. Levandosi in volo colma di gioia, la zanzara non si accorse però della tela di un ragno tessuta tra due rami e andò ad imprigionarvisi proprio contro. Intrappolato in quell'infida ragnatela l'insetto scoppiò in lacrime, consapevole del pericolo che stava correndo. Fortunatamente il leone, che aveva assistito alla scena, con una zampata distrusse la tela e liberò la piccolina dicendo:

    "Eccoti salvata mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te! E questo me lo hai insegnato proprio tu!" La zanzara, da quel giorno imparò a tenere un po' a freno la propria spavalderia.

    Le persone troppo sicure di sé riescono, a volte, a superare gli ostacoli più grossi ma inciampano spesso nelle difficoltà più piccole.
     
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  3. Fluoxetina
     
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    IL TOPO E LA RANOCCHIA - Esopo.

    Un dolcissimo topolino di campagna, col musetto simpatico e due occhioni scuri, vagando tutto solo per i campi, incontrò un bel giorno una buffa sgraziata ranocchia. Osservandosi al principio dubbiosi, i due fecero ben presto amicizia.
    "Sai, mi piacerebbe sapere come ti procuri il cibo!" Chiese quella. " Oh, bè," borbottò il topolino con la testa bassa "non é che io sia un gran campione... anzi, faccio enorme fatica a trovare qualcosa da mettere sotto i denti" -
    " Ehi!" Gridò la rana "che ne diresti se andassimo insieme a caccia di cibarie? In due di sicuro avremmo più fortuna! Potremmo legarci con una catena l'un all'altro così da essere sicuri di non perderci! " Il topolino rimase un istante a riflettere, quindi disse: " Mi sembra una buona idea!" E così fecero.

    Legati insieme i due si diedero da fare per cercare del cibo e bisogna dire che ne trovarono proprio tanto! Quando, alla fine della giornata furono veramente sazi, si in camminarono verso casa. Ancora incatenati, giunsero allo stagno della ranocchia e questa, senza pensarci due volte, si tuffò decisa nell'acqua trascinandosi dietro il povero topino che, non sapendo nuotare si mise a urlare e cominciò a dibattersi per non annegare.

    Un nibbio, osservando dal cielo tutto quel trambusto e vedendo il povero topo ormai privo di sensi pensò di aver trovato un buon bocconcino. Si precipitò allora sullo stagno e afferrò con gli artigli il corpo del topino al quale era legata anche la ranocchia. Risvegliato dalle grida della rana, il topolino iniziò, coi suoi dentini aguzzi, a morsicare le zampe del volatile il quale aprì gli artigli per il male e li lasciò ricadere. I due toccarono il suolo senza farsi male ma decisero subito di togliersi quella catena che gli aveva procurato tanti guai!

    Quando si decide di legarsi a qualcuno con un vincolo d 'amore o di amicizia bisogna ricordare che ogni persona ha esigenze diverse dall'altra ed è necessario, per quanto possibile assecondare i desideri di entrambi i componenti la coppia.
     
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  4. Fluoxetina
     
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    LA VOLPE E IL LEONE.
    Favole di esopo.

    Quella mattina una volpe se ne andava tranquilla per i prati rifioriti dopo la brutta stagione invernale. I profumi della natura le solleticavano le nari accarezzandole la fantasia, permettendole di sognare paesi lontani, belli e sconosciuti. All'improvviso la sua attenzione venne richiamata da un violento ruggito.Era un verso che non aveva mai sentito e, terrorizzata, fuggì a nascondersi dietro ad un cespuglio. Da li poté vedere, riparata tra le foglie, il terribile animale che aveva emesso quel suono: si trattava di un leone, una bestia a lei sconosciuta. Spaventata, la povera volpe, scappò via il più velocemente possibile.

    Trascorsero un paio di giorni tranquilli dopo quel brutto incontro che sembrava quasi essere stato dimenticato, quando, d'un tratto, la piccola volpe si imbatté ancora nel leone. Questa volta il Re della foresta le apparve proprio davanti ostacolandole il cammino. Essa, impaurita, iniziò a tremare come una foglia senza tuttavia fuggire ma rimanendo ferma al suo posto fino a quando il leone non si fu allontanato. La terza volta che la volpe si imbatté in quel grosso e possente animale dal risonante ruggito, scoprì che il proprio timore nei suoi confronti andava pian piano assopendosi. Così, durante il successivo incontro con il leone, si dimostrò molto più calma e riuscì persino a guardarlo bene dentro agli occhi salutandolo con un cordiale 'buongiorno!".Infine, quando ebbe ancora modo di vederlo, la volpe provò a parlargli e riuscì finalmente a scoprire in lui doti come il coraggio e l'intelligenza.

    Da quel giorno non si stancò mai di ascoltarlo sicura che, dall'esperienza di un animale così astuto e bravo cacciatore, avrebbe tratto solo vantaggi.

    (da Esopo)
    Se imparassimo a conoscere ciò che ci spaventa, riusciremmo a superare le nostre paure.
     
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  5. Fluoxetina
     
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    Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.
    "Harry Potter e la pietra filosofale"

    Ron: "Per il sole splendente, per il fior di corallo, stupido topo diventa giallo".
    Hermione: "Sei sicuro che sia un vero incantesimo? Beh, non funziona direi. Naturalmente anch'io ho provato a farne alcuni semplici, e mi sono riusciti sempre. Per esempio - e si avvicina a Harry - Hoculos Reparo. - Gli occhiali di Harry si aggiustano magicamente - Va meglio, dico bene?"
    "Harry Potter e la pietra filosofale"

    La musica! Una magia al di là di tutto ciò che facciamo.
    "Harry Potter e la pietra filosofale"

    Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c'è più. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.
    "Harry Potter e la pietra filosofale"
     
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  6. Fluoxetina
     
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    Rae, cara!
    Grazie per avermi invitato per il tuo compleanno!


    La tua casa è distante mille miglia dalla mia, e io sono uno che si mette in viaggio solo quando ne vale la pena.
    Ebbene, ne val proprio la pena, se si tratta di prender parte alla tua festa.
    Non vedo l'ora di essere da te!


    Il mio viaggio è cominciato dentro il cuore di un piccolo uccello, un colibrì che conoscemmo insieme, io e te, tanto tempo fa.
    Lo trovai cordiale come sempre, anche stavolta.
    E tuttavia - quando gli dissi che la piccola Rae stava crescendo e che io stavo andando alla festa per il suo compleanno con un regalo lui rimase perplesso.
    Per un pezzo badammo a volare in silenzio, e alla fine lui mi disse:
    "Ci capisco ben poco, in quel che dici, ma men che mai capisco come mai tu ci vada, a questa festa".
    "Ma sicuro che vado, alla festa" dissi io.
    "Cos'è che ti riesce tanto difficile da capire?"
    Lui non rispose niente, lì per lì, ma quando arrivammo alla casa del gufo, mi disse: può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se tu desideri essere da Rae, non ci sei forse già?".


    "La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" dissi al gufo.
    Mi parve strano di re vado, è vero, dopo quanto mi aveva detto il colibrì, ma lo stesso mi espressi in quel modo, perché Gufo mi capisse.
    Lui pure restò zitto per un pezzo, seguitando a volare.Un silenzio tutt'altro che ostile.Ma quando mi ebbe condotto sano e salvo a casa dell'aquila, così mi parlò:
    "Ci capisco ben poco in quel che dici, ma men che mai capisco perché chiami piccola, la tua amica".
    "Ma sicuro che è piccola" dissi "dal momento che non è ancora grande.
    Cos'è che ti riesce tanto duro da capire?"
    Gufo allora mi guardò, coi suoi occhi profondi color ambra, mi sorrise e mi disse:
    "Pensaci su".


    "La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" dissi all'aquila.
    Mi faceva un po' specie, veramente, dire vado e dire piccola, dopo quanto mi avevano detto Colibrì e Gufo, ma lo stesso mi espressi a quel modo, affinché Aquila potesse capirmi.
    Insieme volammo, al di sopra delle vette, a gara con i venti di montagna.
    Alla fine lei mi disse:
    "Ci capisco ben poco in quel che dici, ma men che mai capisco la parola compleanno".
    "Ma sicuro: compleanno" dissi io.
    "S'intende festeggiare il giorno in cui ebbe inizio la vita di Rae, e prima del quale lei non c'era. Cosa c'è di tanto difficile da capire, in questo?"
    Aquila allora incurvò le ali e dopo una picchiata rapidissima, atterrò con dolcezza, su una roccia, nel deserto.
    "Ci sarebbe stato un tempo anteriore alla nascita di Rae? Non pensi piuttosto che la vita di Rae sia cominciata prima ancora che il tempo esistesse?"


    "La piccola Rae sta crescendo, e io vado alla festa per il suo compleanno con un regalo" così dissi anche a Falco.
    Mi suonava un po' strano tuttavia dire vado, dire piccola e compleanno, dopo quanto avevo udito da Colibrì, da Gufo e Aquila, tuttavia così mi espressi perché Falco mi capisse.
    Sorvolammo veloci il deserto, e alla fine lui mi disse:
    "Sai capisco ben poco di ciò che mi dici, ma meno di tutto mi spiego quel tuo sta crescendo".
    "Ma sicuro che Rae sta crescendo" dissi io "Adesso è più vicina all'età adulta, e un anno più lontana dall'infanzia.
    Cosa c'è di tanto arduo da capire, quanto a questo?
    Falco alfine atterrò su una spiaggia solitaria.
    "Un anno più lontana dall'infanzia? Non mi sembra che questo sia crescere!"
    Si sollevò di nuovo in volo e, di lì a poco, scomparve.


    Il gabbiano, lo so, era molto saggio.
    Volando insieme a lui, riflettei bene prima di parlare e scelsi con cura le parole, dimodoché capisse che qualcosa pur avevo imparato.
    "Gabbiano" gli dissi alla fine "perché mi porti in volo da Rae, quando sai che in realtà io già sono con lei?"
    Di là dal mare, di là dai monti, finalmente il gabbiano calò e si posò sopra il tetto di casa tua.
    "Perché l'importante mi disse che tu sappia la verità.
    Finché non la sai - finché non la capisce veramente - puoi soltanto afferrarne qualche stralcio, o brandello, e non senza un aiuto dall'esterno: da macchine, uomini, uccelli.
    Ma ricordati" disse "che l'essere ignota non impedisce alla verità d'essere vera".
    Ciò detto disparve.


    E' venuto il momento di aprire il regalo.
    I regali di latta e lustrini si sciupano subito, e via.
    Io invece ho un regalo migliore, per te.
    E' un anello da mettere al dito.
    E brilla di una luce tutta sua.
    Nessuno può portartelo via; non può essere distrutto.
    Tu sei l'unica al mondo che riesca a vedere l'anello che io ti dono, come io ero l'unico in grado di vederlo quand'era mio.
    Questo anello ti dà un nuovo potere.
    Messo al dito, potrai levarti in volo con tutti gli uccelli dell'aria - vedere attraverso i loro occhi dorati - palpare il vento che sfiora le loro vellutate piume - e potrai quindi conoscere la gioia di sollevarti lassù, in alto, al di sopra del mondo e di tutte le sue pene.
    Potrai restarci quanto ti parrà, su nel cielo, al di là della notte, e oltre l'alba.
    E quando avrai voglia di tornar giù di nuovo, vedrai, tutte le tue domande avranno risposta e tutte le tue ansie si saranno dileguate.
    Al pari di ogni cosa che non può toccarsi con mano o vedersi con gli occhi, il tuo dono si fa più potente via via che lo usi.
    Da principio l'impiegherai solo quando sei fuori di casa, all'aperto, guardando l'uccello insieme al quale voli.
    Ma poi, più in là, se l'adoperi ben bene, funzionerà anche con quegli uccelli che non vedi; finché t'accorgerai che non ti occorre né l'anello né l'uccello per volare al di sopra delle nubi, nel sereno.
    E quando arriverà per te quel giorno, tu dovrai a tua volta donare il tuo dono a qualcuno che sai ne farà buon uso; costui potrà apprendere, allora, che le uniche cose che contano sono quelle fatte di verità e di gioia, e non di latta e lustrini.
    Rae questo è l'ultimo anniversario che festeggio con te in modo speciale.
    Dai nostri amici uccelli ho imparato quanto segue.
    Non posso venire da te, perché già ti sono accanto.
    Tu non sei piccola, perché già sei cresciuta: sei grande e giochi con il tempo e la vita - come tutti facciamo - per il gusto di vivere.
    Tu non hai compleanno, perché sei sempre vissuta; non sei mai nata, e mai morirai.
    Non sei figlia di coloro che tu chiami papà e mamma, bensì loro compagna d'avventure, in viaggio alla scoperta delle cose del mondo, per capirle.
    Ogni regalo che ti fa un amico è un augurio di felicità: così pure questo anello.
    Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre.
    Di tanto in tanto noi c'incontreremo - quando ci piacerà - nel bel mezzo dell'unica festa che non può mai finire.
     
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    Arthur Schnitzler - Doppio sogno

    <<ne sei proprio sicura?>> chiese Fridolin.
    <<tanto sicura da presentire che la realtà di una notte, e anzi neppure quella di un'intera vita umana, non significano, al tempo stesso, anche la loro più profonda verità>>.
    <<e nessun sogno>> disse egli con un leggero sospiro <<è interamente sogno>>.
    Albertine prese la testa del marito fra le mani e l'attirò affettuosamente a sé. <<ma ora ci siamo svegliati...>> disse <<per lungo tempo>>.
    Per sempre, voleva ggiungere Fridolin, ma prima ancora che pronunciasse quelle parole, lei gli pose un dito sulle labbra e sussurrò come fra sé: <<non si può ipotecare il futuro>>.
     
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  8. Slab
     
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    Gabrielle Zevin - Non ricordo perché ti amo

    Prima dimentichi tutto quello che hai studiato: le date di storia e il teorema di Pitagora. In particolare dimentichi quello che non hai imparato veramente, ma che hai mandato a memoria la sera prima. Dimentichi i nomi di tutti i professori, tranne uno o due, e alla fine pure quelli. Dimentichi l'orario delle lezioni di prima superiore e dove stavi a sedere e il numero di telefono del tuo migliore amico e le strofe di quella canzone che avevi cantato un milione di volte.
    [...] E poi, lentamente, molto lentamente, dimentichi le umiliazioni: persino quelle che sembravano indelebili sbiadiscono a poco a poco. [...] Li dimentichi tutti quanti. Persino quelli che dicevi di amare, anche quelli che amavi veramente. Sono gli ultimi a scomparire.
    E una volta che hai scordato abbastanza, puoi amare qualcun altro.
     
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    waaaaaaaaaaa bellissimo :woot:
     
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  10. Slab
     
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    lo è :D
     
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  11. myra
     
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    Milan Kundera- L'insostenibile leggerezza dell'essere

    "L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha questo folle mito?
    Il mito dell'eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla. Non occorre tenerne conto, come di una guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo che non ha cambiato nulla sulla faccia della terra, benché trecentomila negri vi abbiano trovato la morte fra torture indicibili."

    "Non si può mai sapere che cosa si deve volere perché si vive una vita soltanto e non si può né confrontarla con le proprie vite precedenti, né correggerla nelle vite future... Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perché non esiste alcun termine di paragone. L'uomo vive ogni cosa subito, per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza avere mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa? Per questo la vita somiglia sempre ad uno schizzo. Ma nemmeno "schizzo" è la parola giusta, perché uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro."

    io ADORO questo libro... :wub: :wub: :wub:


     
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    uno dei più bei libri mai scritti
     
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